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Intervista agli autori di Mayy Lalla

intervista @arabook
Jamila Chadid e Christophe Cochain

 

 

Vi ricordate della simpatica nonna marocchina Mayy Lalla che ci ha accompagnato alla scoperta di alcune delle meravigliose città del suo paese? Per scoprire di più su questo personaggio abbiamo intervistato l’autrice Jamila Chadid e l’illustratore  Christophe Cochain

 

 

Arabook: Come nasce l’idea di questa collana?

Jamila: Insegno da oltre trent'anni, di cui circa venticinque nelle scuole francesi e cinque nelle scuole pubbliche marocchine.  In entrambe le realtà ho notato che   i nostri figli non conoscono il loro patrimonio artistico e urbano. Nelle scuole pubbliche francesi gli studenti hanno una maggiore conoscenza delle città europee mentre le scuole pubbliche marocchine trascurano il patrimonio delle loro città

Ho maturato l'idea di scrivere racconti il cui obiettivo è far conoscere a tutti i bambini l’aspetto artistico e urbanistico delle città del Marocco. Va da sé che descrivere il patrimonio di una città è molto noioso sia per i bambini che per gli adulti, per questo motivo era necessario che la storia risultasse piacevole da leggere. Ho utilizzato un arabo classico semplice e lineare, comprensibile ai giovani lettori.  L'idea della collana di Mayy Lalla è stata quindi immediata vista la diversità dei patrimoni architettonici e urbani del Marocco. La scelta delle città non è stata azzardata poiché si tratta di percorsi che faccio spesso con la mia famiglia

 

 Arabook:  Quanto ha influito il tuo lavoro di insegnante in questo progetto?

Jamila: Il 95% di questo progetto si basa sulla mia esperienza di insegnante.  Prima di scrivere questi racconti, avevo già iniziato a scrivere e a realizzare con alcune classi degli spettacoli teatrali per consentire agli studenti di esprimersi facilmente in arabo ma anche per promuovere la conoscenza della storia, della geografia, del patrimonio culturale e della cucina delle città marocchine.

 

Arabook:  Mayy Lalla è un personaggio fantastico o appartiene alla tua infanzia?

Jamila:  Mayy Lalla è un personaggio puramente immaginario. Per me era importante presentarlo moderno, educato, che veste sia la jallabia sia la tuta da jogging. L'obiettivo è quello di rimuovere nei bambini questo stereotipo che abbiamo delle nonne marocchine: rugose, con la schiena curva, incapaci di leggere o scrivere e relegate solo in casa.  Per quanto riguarda  le situazioni paradossali e comiche in cui Mayy Lalla si ritrova, alcune nascono dalla mia immaginazione mentre altre sono fatti accaduti a me o ad alcune persone della mia famiglia

 

Arabook:  Nei vari libri compare una parte del testo che è in rosso, si tratta di filastrocche marocchine tradizionali? o sono state inventate da te?

Jamila: Tutto ciò che è scritto in rosso sono "poesie" che finiscono con la stessa rima e sono di mia invenzione. Ancora una volta, il vocabolario usato è l'arabo classico semplice e piacevole da leggere. A volte alcuni dei miei studenti le recitano nel cortile durante la ricreazione. Alcune poesie parlano della cucina marocchina, altre del patrimonio e delle vestigia delle città.  I dialoghi sono scritti in rima, in particolare quello di Fez di Baba Omar.

Voglio anche chiarire che Christophe e io eravamo d'accordo sulla possibilità di utilizzare fumetti scritti in dialetto arabo o arabo traslitterato in carattere latini, in francese o in inglese,  per offrire ai bambini questa apertura verso altre lingue.

 

Arabook: I viaggi di Mayy lalla servono anche agli adulti che vogliono imparare l’arabo e scoprire il Marocco?

Jamila:  In generale questi racconti sono indicati anche per gli adulti, per le persone che parlano o non parlano arabo ma che desiderano apprenderlo. Nelle mie dediche specifico che queste storie sono per coloro compresi tra i sette e i settantasette anni. Alcuni genitori volevano visitare Volubilis dopo aver letto Mayy Lalla a Meknès. Altri sono venuti a sapere che l’Università di Quarawiyine  fu creata da una donna marocchina nel IX secolo. Sono sicura che alcuni genitori non mancheranno di visitare la biblioteca di Tamagroute, vicino a Zagora quando leggeranno Mayy Lalla a Zagora (Sahara). Un papà mi ha raccontato che la figlia, iscritta alla scuola dell’infanzia,  lo ha costretto ad andare a Rabat per vedere il fiume Bouregreg dopo aver letto della gita di  Mayy Lalla e delle sue amiche sulla barca (flouka)

 

Arabook: La collaborazione tra te e Jamila Chadid è iniziata con il progetto di Mayy Lalla?

Christophe: Precedentemente a questo progetto avevo illustrato per la prima volta un romanzo per ragazzi, “Il piccolo topo di Biblio Thek”,  con l'editore Afric Orient nel 2018. È stato lo stesso editore che ci ha messo in contatto e la magia di lavorare con Jamila è iniziata subito.

 

Arabook: Ti sei ispirato ad una nonna in particolare per dare vita a questo simpatico personaggio?

Christophe: Jamila mi ha detto come immaginava il suo personaggio ...piccolo, rotondo e molto moderno. E ho improvvisato ...

 

Arabook: Quali esperienze sono state determinanti per capire che quello dell’illustratore sarebbe stato il tuo mestiere?

Christophe: Dopo aver studiato architettura a Parigi, ho scelto di tornare a Casablanca e lavorare lì. Ho quindi deciso di fare qualche illustrazione nel settore pubblicitario. Oggi divido il mio tempo tra l’insegnamento ai piccoli della primaria, le illustrazioni dei libri e la carriera artistica.

 

Arabook: Come hai raggiunto il tuo stile e con quali tecniche di pittura?

Christophe: Durante la mia adolescenza ho letto e riletto i fumetti belgi e olandesi.  Da allora ho mantenuto una forte attrazione per i disegni dalla "linea chiara" come quelli di Hergé, Edgar P Jacobs, Ted Benoit, Mai Meulen, Joost Swarte.

 

Arabook: I colori e le forme delle illustrazioni in Mayy Lalla sono accattivanti, completano il testo  e restano realistici anche se invitano ad un viaggio fantastico perché i luoghi sono bellissimi.

Quanto Marocco c’è nei tuoi disegni, al di fuori di quelli per Mayy Lalla?

Christophe: Sono nato in Marocco e da sempre mi piace osservare e disegnare (con umorismo, spero) un Marocco originale ed eccentrico, molto spesso ispirato ai miei ricordi d'infanzia, reali o immaginari. 

 

Intervista raccolta da PinaF

 

 

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