Ci sono tante ragioni per cui non possiamo fare a meno di avvertire una certa curiosità nei confronti di questo nuovo romanzo del giovane scrittore e blogger egiziano, presentato di recente all’ultima fiera del Cairo, tra gli eventi annuali più attesi dagli editori arabi.
La trama ruota attorno a un matrimonio ormai giunto agli sgoccioli e al desiderio di ricostruirsi una vita. Fariah decide di partire lasciandosi alle spalle il divorzio e il Cairo - con annessa rivoluzione - per fuggire verso il deserto e il Mar Rosso fino a raggiungere Neom, città futuristica, regno dei robot e delle più moderne tecnologie. Che poi, in realtà, tanto utopistica non è. È un progetto reale. Se non lo conoscete, su questo sito scoprirete l’idea faraonica che l’Arabia Saudita sogna per il 2030: il nuovo futuro, ovvero NEO, dal greco "nuovo", e M di mustaqbal, la parola araba per "futuro".
Ma tornando al romanzo, c’è dell’altro, molto altro. Innumerevoli altri personaggi arricchiscono e ricorrono nella storia lungo un arco temporale che va dal 3000 a.C. al futuro prossimo. Ci sono viaggi nel tempo, magia, ci sono gli angeli Harut e Marut, miti antichi e contemporanei, azione, musica, conflitti etc.
Ci troviamo di fronte a un libro che sicuramente stupisce per la sua impronta sperimentale piena di sfumature fantastiche. L’autore intende scandalizzare il lettore anche nello stile, crea scalpore con un cocktail di serietà, leggerezza, tristezza e divertimento, e gioca con il linguaggio e la struttura dell’opera, come quando fa delle incursioni del tipo "come è accaduto nel secondo capitolo.."
Ma Le tigri della mia stanza, recentemente pubblicato da Dar Al-Mahrousa, importante casa editrice alternativa egiziana nota per essere specializzata in graphic novel e fumetti, non è solo questo. La narrazione è spesso intrecciata con disegni in bianco e nero che fanno da complemento al libro, tanto che quasi ci sembra di avere tra le mani un graphic novel. Le illustrazioni sono realizzate dall’artista egiziano Migo - sua è anche la copertina – e questa collaborazione si inserisce in un più ampio coté artistico egiziano importante in cui l’elemento grafico gioca certamente un ruolo fondamentale, aggiunge un sovrappiù di senso, quasi un valore doppio all’opera.
Tigri della mia stanza è l’opera con cui l’autore fa il suo grande ritorno al romanzo. Finalmente ritorna dopo essere stato in carcere nel 2016 per oltraggio al pudore a causa di alcune scene di sesso, droghe e alcol raccontate nel suo libro Istikhdam al-Hayat (Vita: istruzioni per l’uso), come spiega Editoriaraba in vari post. Un’opera peraltro molto interessante, a cavallo tra graphic novel e romanzo tradizionale, selezionata al Neukom Institute Literary Arts Awards 2018 tra i migliori racconti di fantascienza. L’arresto ebbe un impatto enorme sulla scena culturale e letteraria araba, a suo favore ci fu una forte campagna internazionale. Qui si può seguire tutta la vicenda. Eppure, nonostante le disavventure giudiziarie, la repressione e il carcere, l’autore ha continuato a coltivare la sua vena poetica e artistica, come spiega in un post su Facebook dopo essere stato rilasciato:
“La prigione mi ha fatto apprezzare la letteratura” ... “Scrivere era un modo per spezzare i giorni apparentemente infiniti. Ha nascosto le bozze durante i controlli per paura che i capitoli fossero confiscati”.
PS: Parole che fanno riflettere, soprattutto in questo periodo storicamente importante. Grazie Ahmed!
Le tigri della mia stanza
di Ahmed Naji
2020, Dar Al-Mahrousa
Con illustrazioni di Migo Rollz
ISBN: 9789773137908
Recensione di Mariagrazia Decente
Ahmed Naji
Riconoscibile dai baffi alla Frank Zappa, Ahmed Naji è uno dei più rappresentativi scrittori egiziani della nuova generazione e fa parte di quella schiera di blogger molto attivi, critici ed influenti sui social su temi politici e sociali. Il suo blog è "Wasa khaialak" (apri la tua immaginazione) dove scrive in arabo e inglese.
Nato nel 1985 a Mansoura, nel Delta del Nilo, proviene da una famiglia di medici, suo padre un pediatra. Cresciuto tra Egitto, Kuwait e Libia, Naji si è ribellato dedicando la sua energia alla lettura di fumetti e romanzi, piuttosto che studiare chimica e biologia. Si è trasferito al Cairo a 16 anni per frequentare la scuola di giornalismo, e ha continuato a lavorare come scrittore personale della prestigiosa rivista del Cairo per giornalismo e critica di arte e cultura, Akhbar Al-Adab. Nel 2016 è stato condannato a due anni di detenzione per oltraggio alla morale pubblica, in seguito alla pubblicazione di un capitolo del suo romanzo Istikhdam al-Hayat (Vita: istruzioni per l’uso) proprio sul periodico letterario egiziano Akhbar al-Adab. Dopo il suo rilascio, si è trasferito dall'Egitto negli Stati Uniti, dove vive attualmente con la sua famiglia.
Naji esordisce come scrittore nel 2007 con Rogers, tradotto in italiano da Barbara Benini e pubblicato nel 2010 dalla casa editrice Il Sirente con il titolo Rogers e la Via del Drago divorato dal Sole. Nel 2014 scrive Istikhdam al-Hayat (Vita: istruzioni per l’uso) tradotto in italiano da Fernanda Fischione per Il Sirente nella collana “Altriarabi”. Nel 2020 pubblica Wa an-numur li-hijrati (Le tigri della mia stanza). Le sue opere sono tradotte anche in francese e inglese. Ha vinto numerosi premi tra cui un Dubai Press Club Arab Journalism Award, Emirati Arabi Uniti, nel 2012 per il miglior articolo culturale; un PEN/Barbey Freedom to Write Award, USA, nel 2016; un Open Eye, Germania nel 2016; e un AFAC nel 2018.
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