L’epidemia di Covid-19 ha cambiato molte abitudini, non solo sociali, ma anche lavorative e di studio. In tutta Italia si è affermato e consolidato lo smart working e anche scuole e università hanno intrapreso il percorso della didattica a distanza.
Tuttavia, a livello universitario, quest’ultima non è stata un’alternativa del tutto efficiente. Infatti, l’università come luogo è parte integrante dell’esperienza di uno studente universitario, perché non è solo la sede di lezioni e seminari, ma anche di aule studio e biblioteche. Quest’ultime sono fondamentali per intraprendere una ricerca, in particolare per la redazione della tesi.
Anche la ricerca, quindi, ha dovuto adattarsi e usare strumenti online, continuando a rispettare i diritti di autore. Tutto è diventato virtuale, non da ultimo gli esami, molti dei quali hanno subito cambiamenti, poiché era necessario valutare le competenze acquisite dallo studente con mezzi compatibili con la didattica a distanza. Per citare un esempio concreto: gli esami scritti e, in particolare, il mio esame di arabo del secondo anno di magistrale. La parte scritta è stata sostituita con una presentazione personale su un argomento concordato con la docente.
Per molti studenti, ciò ha rappresentato all’inizio un ostacolo. I dubbi erano diversi: che argomento scegliere? Come trovare il materiale utile se le biblioteche sono chiuse?
La scelta del mio argomento è stata immediata: il Libano, che ho avuto la fortuna di visitare l’estate scorsa e il cui fascino mi ha stregato e ancora mi rapisce. Tuttavia, mi scontravo con alcuni ostacoli, come la ricerca delle fonti. Avevo accesso ai giornali libanesi online, ma non ero soddisfatta. Durante quei giorni di studio, scrissi ad Arabook, che già da tempo seguivo sui social. Il loro consiglio è stato pronto, efficace e sincero e mi ha aiutato a delineare il mio percorso d’esame. Presso di loro, ho acquistato un libro: “Leban et confiture”, grazie al quale ho approfondito la conoscenza del Libano durante la guerra civile (1975-1990), ma nel pacco c’era qualcosa in più, ovvero, il giornale “Tosh fesh” di ottobre 2019, interamente dedicato ai primi moti in piazza dei Martiri a Beirut, che hanno portato alla caduta del governo Hariri.
Con questo prezioso materiale tra le mani e facendo tesoro del mio viaggio in Libano, ho elaborato a passo di slide la mia presentazione, dedicata alla moschea Mohammad al-Amīn in piazza dei Martiri e alla thawra, la rivoluzione di ottobre. Nonostante la quarantena, grazie a questo lavoro mi è sembrato di rivivere il mio viaggio e di sentire nuovamente i profumi e i sapori di Beirut. Le piccole librerie, che non si sono fermate durante il lockdown, ma hanno continuato a lavorare con la stessa passione e dedizione di sempre, come Arabook, sono state un punto di riferimento per gli studenti. Ciò è una chiara testimonianza della loro resilienza in un tempo, in cui si preferisce l’acquisto su celebri piattaforme all’acquisto in loco o su siti di piccoli negozi e in cui il virtuale cerca di far cadere in oblio il cartaceo.
Testo di Mariateresa di Vietri
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