“Ṭayr Al-layl” (“L’uccello della notte”) è un avvincente romanzo in lingua araba scritto dal giornalista, antropologo e scrittore algerino Amara Lakhous e pubblicato a ottobre 2019 dalla nota casa editrice Al-Mutawassit.
Amara Lakhous - vincitore del premio Flaiano per la narrativa (2006), del premio “Racalamare Leonardo Sciascia” (2006) e del premio dei librai algerini (2008) - è uno dei più noti autori arabo-italiani dell'era contemporanea.
Nasce ad Algeri, in Algeria, negli anni Settanta ma, nel 1995, in seguito a diverse minacce, si trasferisce in Italia portando con sé un manoscritto, un romanzo scritto a soli 23 anni ambientato in Algeria e pubblicato in Italia quattro anni dopo da Arlem editore, con il titolo di "Le cimici e il pirata" in edizione bilingue arabo-italiano (traduzione italiana a cura di Francesco Leggio).
Al suo primo romanzo pubblicato nel 1999 fanno seguito opere scritte in italiano, lingua che l'autore sceglie di adottare per la stesura dei suoi libri. Attraverso questa lingua e l’arabo, come affermato da Lakhous stesso, lo scrittore cerca di “arabizzare l'italiano e italianizzare l'arabo” avvicinando due culture molto diverse tra loro ma, al contempo, legate da una memoria comune.
“Ṭayr Al-layl”, pubblicato da Al-Mutawassit, offre scorci storici sulla rivoluzione per la lotta al colonialismo francese, descrivendo in modo diretto e attraverso personaggi di finzione la realtà dello Stato algerino.
Il romanzo, che a livello temporale si colloca il giorno dell’anniversario dell’indipendenza, è ambientato nel cuore della città di Orano, luogo in cui viene rinvenuto il corpo di Miloud Sabri, un ex combattente che aveva preso parte alla rivoluzione algerina.
Karim Soltani, colonello dell'unità antiterrorismo, interrompe il suo permesso per impegnarsi all’indagine del caso.
Gli eventi politici descritti, che partono dalle vicende precedenti alla proclamazione dell’indipendenza dell’Algeria sino al governo di Bouteflika, si sviluppano su due linee temporali: la prima coincide con gli anni della guerra di liberazione dove lo scrittore ci accompagna al periodo coloniale e alle operazioni di guerriglia, la seconda coincide con l’età contemporanea, più precisamente dall’indipendenza algerina nel 1962 sino ai giorni nostri.
In questa sua ultima pubblicazione l’autore riesce, senza annoiare il lettore, a combinare il genere storico e quello poliziesco tessendo una trama complessa, innovativa e dinamica che riassume la storia dell’Algeria dal 1958 fino al 2018. Inoltre, attraverso le diverse vicende del romanzo, vengono svelati aspetti nascosti della storia della rivoluzione algerina dove vengono presentate figure complesse tramite le quali l'autore tocca diversi argomenti come la violenza, l’odio, l’amore, la politica ma, soprattutto, la corruzione. Tra le figure di fantasia che l’autore descrive per rappresentare la realtà e la storia dell’Algeria vi è un gruppo di ex combattenti: Idris Talbi, Abbas Badi, Zahra Mesbah e i suoi due fratelli Youssef e Farida, oltre a Miloud Sabri chiamato “l’uccello della notte”, proprio come il titolo del romanzo.
Testo di Emanuela Girardi
Biobibliografia dell'autore
Amara Lakhous è uno scrittore algerino di origine berbera che “ha scelto la lingua di Leopardi e Calvino” (definizione di Pietro Citati) per scrivere i suoi racconti. Laureatosi in Filosofia ad Algeri, perfeziona gli studi alla Sapienza di Roma dove consegue il dottorato sull’immigrazione arabo-musulmana in Italia. È a Roma che Lakhous, nei primi anni ’90, inizia a muovere i suoi primi passi come scrittore: pubblica per la casa editrice Arlem un libro metà in arabo e metà in italiano tradotto da Francesco Leggio, “Le cimici e il pirata”. Ma il romanzo che lo ha consacrato come scrittore è sicuramente “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (in arabo la resa letterale è: “Come farsi allattare dalla lupa senza essere sbranati”, vincitore del Premio Recalamare Leonardo Sciascia del 2006) scritto in italiano per edizioni E/o da cui è stato tratto il film omonino di Isotta Toso. Salta all’occhio, da subito, l’originalità dei titoli dei testi: “Divorzio all'islamica a viale Marconi”, (Edizioni e/o), con un evidente rimando al film di Pietro Germi, “Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario” e “La zingarata della verginella di Via Ormea”.
Dopo anni, lo scrittore ritorna all’arabo e alla sua Algeria, da cui era fuggito in seguito a delle minacce ricevute per il suo lavoro di giornalista. “Ṭayr Al-layl” (“L’uccello della notte”) è il suo ultimo lavoro pubblicato nel 2019 per la Casa editrice al-Mutawassit.
È possibile seguire Amara Lakhous su Twitter.
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