Se fossi stata a Beirut, probabilmente questa intervista si sarebbe tenuta intorno ad un tavolino. Mi sarei seduta insieme a Hala Bizri, fondatrice delle edizioni Snoubar, in uno dei caffè di Hamra. Avremmo ordinato mezzeh e avremmo iniziato a parlare di libri, di vita e del suo ultimo progetto. A Beirut non ci sono stata e la nostra conversazione si è svolta attraverso uno scambio di messaggi vocali. Ho tentato così di colmare la distanza e di proiettarmi là.
Durante l’ultima fiera di Beirut è stata ufficialmente presentata la traduzione in arabo del saggio di Mathilde Chèvre, Le poussin n’est pas un chien: quarante ans de création arabe en littérature pour la jeunesse, reflet et projet des sociétés (Egypte, Syrie, Liban) pubblicata da Edizioni Snoubar, un’opera che non si inserisce nella linea editoriale della casa editrice ma piuttosto muove dall’interesse della sua fondatrice Hala Bizri.
“Ho seguito da vicino il percorso di Mathilde mentre svolgeva le sue ricerche e ho molto apprezzato la rigorosità del suo lavoro “accademico” ovvero l’analisi dei testi, il contestualizzarli all’interno di correnti artistiche, lingue, paesi, ideologie e epoche. Per noi è stato importante dare accesso al lettore arabofono ad un libro che parla dei libri che leggiamo ai nostri bambini!”
Una delle sfide più importanti a cui Hala Bizri ha dovuto far fronte è stato il processo di traduzione. “La versione francese contiene concetti e idee con cui il pubblico arabo non ha molta familiarità. A causa dell’esiguo numero di libri che vengono pubblicati in lingua araba sul tema, abbiamo dovuto lavorare molto sulla ricerca della terminologia adeguata in lingua araba e utilizzata nel linguaggio contemporaneo.”
Un lavoro enorme, dunque, di ricerca dei testi originali (nel libro sono stati tradotti interi brani degli albi analizzati) e degli stralci di interviste che Mathilde Chèvre aveva realizzato incontrando gli autori e illustratori.
Il formato del testo non si allontana da quello originale, ma è stata cambiata la copertina e il colore della stessa: sullo sfondo si vedono scorrere alcuni dei personaggi degli albi, tra cui Farhana, Fizu e l’asinello Mantur.
“Essendo un testo accademico abbiamo voluto che anche il titolo ne rispecchiasse il contenuto” di qui il titolo, ‘An Ahwal kutub al-Atfal (Lo stato dell’arte dei libri per bambini) che non ha riprodotto l’originale letteralmente poiché quest'ultimo faceva riferimento ad un’opera già esistente ovvero l’albo pubblicato da Dar al-Shuruq. La differenza più importante che colpisce sfogliando le pagine del libro è la ricchezza delle illustrazioni. Sono state inserite intere sezioni dedicate ai disegni degli albi. “Ne abbiamo aggiunte molte di più e questo perché i libri arabi non circolano facilmente nei paesi arabi e da un paese all’altro c’è una reale difficoltà ad avere a disposizione i libri. Abbiamo aggiunto più illustrazioni per facilitare la lettura degli albi rispetto al testo ma anche rispetto alle illustrazioni stesse.”
Allo stesso modo in cui Mathilde Chèvre nel testo parla di archiviare le memorie di autori e illustratori, Hala Bizri rivela: “Per noi è stata l’occasione di creare un archivio e di metterlo a disposizione dei lettori che non ne hanno accesso. Parlo di archiviare, non a caso, perchè nonostante si faccia riferimento ad un passato vicino, gli anni Settanta e Ottanta, quello è un periodo che per il Libano ad esempio ha significato distruzione e molti editori hanno perso i magazzini, quindi non ci sono archivi. Come poter aver accesso alle riviste pubblicate in Siria? Quindi l’intento è stato anche di far circolare queste opere.”
Altra differenza all’interno del testo sono le note messe al margine in modo che l’informazione fosse immediatamente a disposizione del lettore.
E dunque chi è il lettore ideale di questo testo?
“Certamente tutti coloro che si interessano alla letteratura per l’infanzia, che siano illustratori, scrittori, editori, ricercatori, genitori, bibliotecari, insegnanti, e tutti coloro che sono curiosi di comprendere come prende forma il bambino [lettore] e la sua reazione con i libri che ha tra le mani. Come lo si lascia libero, e a quali condizioni. Come si definisce la libertà di lettura e di riflessione che sviluppa il bambino con il libro mentre legge.”
Ricordiamo che il testo è stato pubblicato nel 2021, in piena crisi pandemica e in un periodo di enorme difficoltà economica per il Libano. Ad un anno di distanza, seppur con difficoltà, è forse possibile tirare le somme sulla ricezione del pubblico. “Non è certo una lettura per il grande pubblico ma è fatta in modo da interessare. Non abbiamo avuto molti feedback a parte Samah Idriss che all’uscita del libro aveva condiviso sulla sua pagina FB un breve testo dicendo che lo aveva apprezzato, che la traduzione e l’organizzazione grafica gli erano piaciute, così come l’analisi di Mathilde Chèvre che trovava intelligente e pertinente. Ne avrebbe scritto un articolo ma la malattia scoperta di lì a poco non glielo ha permesso.” [Samah Idriss è morto poi nel mese di novembre del 2021]
Rispetto alla ricezione Hala Bizri riporta che il libro è stato molto richiesto in Egitto, così come in Giordania e in Palestina [tramite i distributori giordani], per la Siria invece non ha dati certi. “Le reazioni sono piuttosto di ammirazione, i riscontri vengono dalla parte di coloro che frequentano la letteratura per l’infanzia. C’è sicuramente un problema relativo al prezzo che è un po’ alto dato che è a colori. Abbiamo scelto una stampa e della carta di qualità, abbiamo fatto uno sforzo estetico anche sull'oggetto libro.”
E di cui ci si rende conto appena si ha il libro tra le mani.
In questo progetto Hala Bizri è affiancata da Susanne Abou Ghaida che ha realizzato l’introduzione alla traduzione.
A lei ho chiesto il suo punto di vista sull’importanza della traduzione del libro nel contesto degli studi accademici. Nel mondo arabo sono molto esigui quelli sulla letteratura per l’infanzia e quasi mai in lingua araba. La stessa studiosa ha svolto la sua ricerca di dottorato sulla letteratura per adolescenti e ritiene che “Si tratta di uno studio davvero importante per la letteratura per l’infanzia che, ancora al giorno d’oggi, accademicamente, non è un campo particolarmente vasto, ma non è neanche un campo del tutto vuoto.”
Il lavoro di Mathilde Chèvre fotografa la realtà editoriale dei tre paesi analizzati fino al 2010; da quella data molti assetti sono cambiati anche grazie alla comparsa sulla scena dei Paesi del Golfo. “[Questi] sono diventati un mercato di primaria importanza; come sottolineato nello studio di Franck Mermier, questa ascesa è sicuramente dovuta alle guerre e a paesi come la Libia o l’Iraq, che nel passato erano mercati molto importanti, ma non lo sono più stati per molto tempo. C’è la sensazione che i Paesi del Golfo siano un mercato più redditizio anche se più conservatore.”
Questa tensione tra innovazione e conservatorismo è una costante nelle produzioni concernenti la letteratura per l’infanzia ed è tenuta in considerazione dalle case editrici arabe poiché c’è un altro elemento da aggiungere al quadro generale e coinvolge i libri considerati conservatori ovvero “che questo tipo di libri si vendono nelle scuole e sicuramente il sistema educativo è profondamente conservatore.”
Nel prendere atto di questa polarizzazione verso i paesi del Golfo però l’invito non è di considerarli solo come un mercato ma anche come un centro di produzione da dove stanno emergendo molti scrittori: “si tratta di un’area ricca di attività e, ovviamente, negli Emirati, ci sono anche molti aiuti per gli scrittori, così come in Arabia Saudita, dove si svolgono diversi workshop, molti incontri e ci sono un po’ di organizzazioni di questo tipo anche ad Amman. [...] Penso che bisognerà continuare a osservare per un po’, così come credo che sia fondamentale parlare con autori locali, piuttosto che parlare di loro, per coinvolgerli nel dibattito e avere direttamente le loro opinioni.”
L’importanza della traduzione di quest'opera risiede nell’impulso che potrà dare al campo degli studi sulla letteratura per l’infanzia, e contemporaneamente riportando quest’ultima al centro dei lavori di ricerca più prettamente legati al mondo arabo. “Quello che spero e che mi auguro è che questo studio, adesso disponibile in arabo, sia solo l’inizio, che possa essere l’ispirazione necessaria per altri ricercatori e ricercatrici per continuare questo tipo di lavoro. Dal 2010 sono successe molte cose, per questo sarebbe davvero importante che qualcuno continui il lavoro di ricerca lì da dove lei lo ha concluso. O magari estendere lo studio anche ad altri generi…”
La traduzione del testo è stata resa possibile grazie al sostegno del fondo AFAC (Arab Fund for Arts and Culture).
Bonus per chi è arrivato fino in fondo: se il francese o l’arabo non sono il vostro forte, non temete è in arrivo la traduzione in italiano! La casa editrice Astarte pubblicherà il saggio in italiano : la copertina e la parte grafica sono ancora da decidere ma il più è fatto!
Per tutti gli aggiornamenti seguite Astarte Edizioni
Testo di Enrica Battista
Ringrazio:
Hala Bizri, direttrice delle edizioni Snoubar Beirut e ricercatrice si occupa attivamente di diversi progetti nell’ambito della letteratura araba per ragazzi.
Susanne Abou Ghaida, ricercatrice, che ha recentemente discusso la sua tesi di dottorato dal titolo: The Arabic Adolescent Novel: Tracing Constructions of Adolescence within Texts and in the Discourses of Authors, Publishers and Readers.
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