Il libro Il pulcino non è un cane. L’editoria araba per l’infanzia come specchio della società di Mathilde Chèvre, tradotto da Enrica Battista e Mariagrazia Decente edito da Astarte, ha celebrato il suo primo anniversario il 30 giugno. Nel mentre, ha attirato l’attenzione di testate giornalistiche e blog letterari, che ne hanno evidenziato il valore unico nel campo della letteratura per l’infanzia, e non solo.
Il pulcino non è un cane è “un libro straordinario, necessario per un mondo interconnesso come il nostro”, così lo ha definito Igiaba Scego dell’Internazionale, aggiungendo che si tratta sì di un saggio per addetti ai lavori, ma può essere una valida risorsa anche per chi insegna, fa ricerca, o vuole approfondire la storia da una prospettiva inedita. Riferendosi alle traduttrici, afferma che “hanno portato dentro l’editoria italiana un testo fondamentale che colma anni di vuoto e ignoranza”.
Il saggio ha ricevuto il patrocinio di IBBY Italia, che ne ha riconosciuto il valore fondamentale nell’ambito del progetto Mamma lingua, che promuove la necessità di preservare e valorizzare la lingua madre anche nel contesto migratorio per sostenere lo sviluppo affettivo, cognitivo e linguistico.
L’IBBY, nella sua recensione a cura di Giovanna Malgaroli, pone l’attenzione sui due periodi distinti che l’autrice ha analizzato nella sua ricerca, “il primo, caratterizzato dalla ricerca di un’identità artistica e linguistica araba, fortemente impegnata politicamente in favore della questione palestinese. Il secondo incentrato su motivazioni e posizioni più personali, sempre alla ricerca di una lingua comune più vicina a quella ascoltata in famiglia”. Aggiunge poi che i veri protagonisti della storia sono gli autori e gli illustratori intervistati dalla Chèvre, attivi tra gli anni Settanta e Duemila, i quali hanno partecipato a iniziative editoriali che hanno influenzato profondamente gli sviluppi successivi, specialmente in Egitto, Libano e Siria.
Rive Arabe, blog attento alle novità letterarie del mondo arabo, afferma che “Il pulcino non è un cane rappresenta il primo e unico lavoro dedicato alla letteratura araba per l’infanzia e si configura come un testo fondamentale poiché scruta la produzione per bambini e ragazzi da un punto di vista letterario”. La recensione di Alessandra Amorello offre una piccola analisi capitolo per capitolo, concludendo che Mathilde Chèvre sottolinea l'importanza della letteratura per l'infanzia nel processo di ricerca e creazione di un'identità araba, cercando di dare voce ai popoli arabi attraverso opere all'avanguardia.
Allo stesso modo, Roberta Favia sul suo blog Teste Fiorite scrive “...è un saggio sicuramente importante per chi voglia allargare lo sguardo all’editoria e alla letteratura per l’infanzia oltre i confini del mondo occidentale non solo per incontrare storie diverse ma per confrontarsi con concezioni dell’infanzia e contesti storici diversi”, partendo dal presupposto che libri per bambini e bambine nell'editoria araba si distinguono nettamente dalla letteratura “pura”, poiché incorporano una significativa dimensione politica e civile.
L’associazione ICWA (Associzione italiana scrittori per ragazzi) ha redatto un excursus del topos dei “piccoli e paffuti pennutini”, che hanno da sempre attraversato l’infanzia, concludendo immancabilmente con il saggio della Chèvre, che Elena Paparelli definisce “imperdibile” in quanto intreccio di analisi di albi illustrati che si unisce alle riflessioni sulle motivazioni sociali, politiche ed esistenziali che hanno spinto autori e illustratori arabi a produrre quelle opere. Una editoria poco nota, che merita di essere esplorata.
Il pulcino non è un cane riprende il titolo di un albo illustrato pubblicato in Egitto nel 2003 – Al-Katkût laysa kalban – letto dall’autrice nel 2005, che narra il passaggio dal mondo dell’infanzia al mondo degli adulti. Si tratta di un testo rivoluzionario perché pone l’attenzione sul lettore bambino, e rappresenta uno dei primi albi illustrati che segna lo spartiacque nel panorama editoriale del mondo arabo, integrando appieno l’Egitto nella corrente della letteratura per l’infanzia. Difatti, il “pulcino” rappresenta l’infanzia, quindi, e il “cane” quell’altrove rispetto all’infanzia verso cui ogni bambino inevitabilmente si dirige.
Mathilde Chèvre segnala nel saggio l’importanza del ruolo che hanno avuto le donne nello sviluppo della letteratura e dell’editoria per l’infanzia nei paesi arabi negli ultimi cinquant’anni e come ha scritto Luca Calistri della rivista Arablit nella sua dettagliata analisi, “non sono solo autrici, ma che si pongono, infatti, a capo di case editrici”. Si riconosce che il saggio appare come un tentativo di fare giustizia nei confronti di due visioni che paiono parallele: “la visione orientalista e la visione che inquadra la letteratura per l’infanzia in una cella di minore importanza rispetto alla letteratura per adulti”. Infine, Calistri sottolinea il valore universale del testo che è ulteriormente confermato dalla traduzione in lingua araba, pubblicata nel 2021, e da quella in lingua italiana arrivata nel 2023.
Se questi motivi non vi sono sembrati abbastanza per leggere Il pulcino non è un cane. L’editoria araba per l’infanzia come specchio della società, non vi resta che leggerlo per addentrarvi nella dimensione storica e culturale della produzione editoriale per l'infanzia in lingua araba. Il libro, con una prospettiva socio-pedagogica e multiculturale, dimostra come la letteratura allo stesso tempo possa forgiare il pensiero di un'intera società e fungere da ponte tra le culture.
Non ci resta che augurarvi una buona lettura – o una qirāʾat mumtiʿa!
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